La quota ideale per i bambini più piccoli è compresa tra gli 800 e i 1.500 metri di altitudine, con un clima collinare o di bassa montagna, che non registra mai temperature eccessivamente rigide che potrebbero comportare uno sbalzo troppo intenso per l’organismo del piccolo. Queste quote sono consigliate anche per motivi di pressione dell’aria: man mano che si sale in altezza infatti, l’ossigeno diventa sempre più rarefatto e ciò comporta uno sforzo maggiore da parte del cuore del bambino per ossigenare il sangue.
A differenza degli adulti a cui bastano 1-2 giorni, il bambino impiega circa una settimana per adattarsi ai cambiamenti di clima. Quindi affrontare questo sbalzo per un solo fine settimana è spesso controproducente, soprattutto se il viaggio per raggiungere la località di montagna è abbastanza lungo. I cambiamenti di clima e di abitudini possono rendere il bambino irritabile, fargli subire alterazioni dei ritmi del sonno, inappetenza, stitichezza. Dunque vacanze piu’ lunghe, almeno una settimana, per garantire l’adattamento del bambino.
I benefici offerti al bambino dalla montagna sono legati alle ore trascorse all’aria aperta. Meglio uscire nelle ore centrali della giornata , al contrario che al mare d’estate, quando la temperatura è meno rigida e ci sono minori sbalzi termici, ed evitare invece passeggiate la mattina presto o dopo il tramonto. Nelle giornate molto fredde invece è sempre bene ridurre i tempi delle uscite.
Attenzione al vento: questo raffredda molto rapidamente il corpo del piccolo e può irritare la gola, gli occhi e la pelle, con il rischio di provocare tosse e congiuntivite.
Per i climi montani l’abbigliamento più indicato è quello “a strati”, o “ a cipolla”composto da più capi sovrapposti, piuttosto che da pochi vestiti molto pesanti: questa tecnica consente infatti di spogliare o vestire il bambino a seconda dei cambiamenti della temperatura. Con le basse temperature della montagna anche in estate sono indispensabili capi pesanti: un maglione di lana per la sera, una giacca a vento per ripararlo dalla pioggia a volte improvvisa, un cappellino che ripari le orecchie del piccolo se la giornata è particolarmente ventosa. Non dimenticare mai di applicare sulla pelle delicata del piccolo una crema a schermo totale
Per i bambini sopra i 5 anni, le indicazioni sono un po’ diverse.
Secondo le indicazioni della commissione medica UIAA Unione Internazionale delle Associazione Alpinistiche) per quanto riguarda l’alta quota, non ci sono restrizioni specifiche, almeno fino a 2500 – 3000 metridi quota. Al di sopra dei 3000 metriè bene porre particolare attenzione al mal di montagna acuto, anche perché i più piccoli spesso non sanno riferire con precisione i sintomi. Come per gli adulti, anche per i bambini si raccomanda una salita lenta e graduale, non più di 300 metrial giorno al di sopra dei 3000 metri, cercando di limitare l’attività fisica all’arrivo in quota, anche se spesso è difficile farli star fermi, soprattutto i più piccoli.
Le motivazioni a camminare sono diverse da quelle degli adulti, e che “la vetta” può non essere così importante; è bene offrire mete intermedie e rispettare i tempi dei bambini, facendo fermate frequenti per lasciarli recuperare anche con momenti di gioco. Farli bere a volontà, abituandoli a portare la borraccia nello zainetto.
Il peso dello zaino deve essere limitato, in base alla taglia del bambino. L’indicazione è non più di 1 Kg fino a 5 anni, meno di 3 Kg fino a 8 anni e meno di 5 Kg fino a 12 anni, per evitare danni alle articolazioni e alla colonna vertebrale.
I rapidi cambiamenti di quota e quindi di pressione barometrica, come con la funivia, possono aumentare il rischio di dolori alle orecchie soprattutto nei più piccoli.
Per l’abbigliamento e la protezione dai raggi UVA le raccomandazioni sono simili a quelle per i piu’ piccoli.
Ma soprattutto in montagna ci vogliono , oltre cartine o orientamento, buone gambe e spallle, buon senso da parte dei genitori.
Buona camminata a tutti.