La scarlattina origina da un’infezione dovuta ad un ceppo di streptococco beta-emolitico di gruppo A che elabora la tossina streptococcica pirogenica (una volta chiamata eritrogenica).
La presenza dell’esotossina pirogenica dipende dall’invasione dello streptococco infettante da parte di un batteriofago temperato. Ci sono almeno 3 diverse esotossine streptococciche pirogeniche, ciascuna in grado di indurre una risposta anticorpale specifica e ciò rende ragione della possibilità che una stesso soggetto presenti la malattia più di una volta e a diversa distanza di tempo.
Clinicamente, la scarlattina esordisce bruscamente con febbre, angina rossa, disfagia; dopo 24-36 ore compaiono l’esantema tipico (microelementi a capocchia di spillo rosso-scarlatti, con inizio al bacino e alla radice delle cosce e successivamente al volto, con risparmio della zona periorale) e l’enantema (lingua a “lampone”).
La diagnosi si basa essenzialmente sull’esame colturale del tampone faringeo o test rapidi; retrospettivamente si può valutare la sieroconversione anticorpale (TAS).