Il problema della nascita pretermine, cioè prima della 37esima settimana di gestazione, riguarda ogni anno nel mondo 13 milioni di bambini, di cui 500mila in Europa e 40mila in Italia (il 6,9% delle nascite che avvengono nel nostro Paese). «Ci sono diversi fattori che influiscono e portano a un parto prematuro . Oltre alle cause e le patologie che possono colpire la madre, il feto o entrambi, in questi ultimi anni hanno senz’altro inciso le nascite tramite fecondazione assistita, che nel 30% dei casi avvengono pretermine, anche per il numero di parti gemellari pari al 50%. Bisogna quindi limitare il numero di embrioni impiantati in alcuni casi. Ad incidere poi può essere una gravidanza male organizzata a livello assistenziale e le malattie sessualmente trasmesse». Il tasso dei prematuri che muoiono nel primo anno di vita è alto: nel mondo si calcolano quattro milioni di decessi, in Italia la mortalità nel primo anno è pari al 3,7%, il 71,2% nel primo mese. Molti dei piccoli che sopravvivono si trovano a dover convivere con disabilità più o meno gravi per il resto della vita. «Ma oltre ai grandi prematuri non bisogna dimenticare i cosiddetti late preterm, cioè quei bambini nati nelle tre settimane precedenti il termine previsto .Questi hanno infatti tassi di mortalità e disabilità molto più alti dei bambini nati a termine e sono tanti». (Fonte: Ansa)
Il “Manifesto dei diritti del bambino nato prematuro”, presentato in Senato, assegna, da oggi all’Italia, il ruolo di Paese guida a livello mondiale nella predisposizione di una roadmap codificata e di misure concrete per affrontare il problema della prematurità, un problema globale che riguarda, attualmente, circa,cme già detto, 13 milioni di bambini ogni anno in tutto il mondo, 500 mila soltanto in Europa. Ed e’ attraverso la Carta dei diritti del bambino nato prematuro, cuore pulsante del Manifesto, che si vuole affermare il diritto prioritario del bambino il quale “deve, per diritto positivo, essere considerato una persona” (art.1) e deve poter “nascere nell’ambito di un sistema assistenziale che garantisca loro sicurezza e benessere, in particolare, nelle condizioni che configurino rischio di gravidanza/parto/nascita pretermine, di sofferenza feto-neonatale e/o di malformazioni ad esordio postatale” (art.2).
Il documento rappresenta il risultato dell’impegno profuso in questi mesi dal primo Advisory Board composto da neonatologi, ginecologi, esperti internazionali, Organizzazione mondiale della sanità e genitori e creato per contribuire alla definizione di proposte destinate ad essere condivise con le istituzioni, le quali dovranno tradurle in strumenti legislativi a tutela delle famiglie colpite dalla prematurità. Un obiettivo reso possibile grazie all’iniziativa dell’associazione Vivere Onlus, organizzazione di coordinamento nazionale delle associazioni per la neonatologia con il patrocinio del Senato della Repubblica, dell’Associazione parlamentare per la difesa e la tutela del diritto alla prevenzione, di Save the children Italia, della Societa’ Italiana di neonatologia (Sin), della Società italiana di ginecologia ostetricia (Sigo) e con il supporto incondizionato di Abbott, azienda globale impegnata nello sviluppo di nuovi farmaci e nell’introduzione di tecnologie all’avanguardia nel settore della salute.
Capire che il nenonato è una persona a tutti gli effetti è il punto di partenzza. Inoltre, “il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito” (art.4) e “ogni neonato prematuro ha diritto a usufruire dei benefici del latte materno durante tutta la degenza e, non appena possibile, di essere allattato al seno della propria mamma” (art.5)”.
“Considero questo documento come un lusinghiero primato italiano – ha detto Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato – e mi auguro che possa costituire uno stimolo per sviluppare anche negli altri Paesi politiche di sostegno ai bambini nati prematuri e alle loro famiglie”.