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L’occhio pigro – Ambliopia « dott. Mario Pacella

L’occhio pigro – Ambliopia

Corrisponde al termine medico di ambliopia, che significa ridotta capacità visiva più spesso di un solo occhio.
In pratica consiste nel fatto che i due occhi non vengono utilizzati contemporaneamente con la stessa intensità come se un occhio si lasciasse riposare perché più debole dell’altro.
L’occhio pigro, quindi, non è una malattia vera e propria ma piuttosto un disturbo conseguente alla non adeguata stimolazione bilaterale del sistema visivo nei primi anni di vita.
Se un occhio non lavora correttamente anche lo sviluppo della corteccia cerebrale corrispondente è ridotto in quanto non adeguatamente stimolato dalle afferente nervose visive; per questo motivo è indispensabile intervenire il più presto possibile in modo da consentire il recupero dell’occhio più debole. Se ciò non avviene l’occhio che funziona meglio assume la dominanza visiva fino ad escludere completamente quello più debole.

Le cause più comuni di ambliopia sono:
– Da deprivazione: rientrano in questa categoria gli ostacoli alla vista presenti per lo più dalla nascita; il caso più emblematico e frequente è la cataratta congenita cioè l’opacizzazione del cristallino (si deve intervenire chirurgicamente il più presto possibile).
– Da strabismo: dovuto al fatto che gli occhi non sono paralleli fra loro (strabismo convergente, divergente, alternante).
– Da anisometropia: Ipermetropia, astigmatismo, miopia sono i difetti rifrattivi che possono presentarsi in maniera differente nei due occhi.

Alcuni segni e sintomi debbono essere subito colti per poter intervenire il più tempestivamente possibile; anche i genitori debbono fare attenzione e riferire al proprio pediatra quando si presentano:
– fotofobia: il bambino dimostra fastidio alla luce diretta e cerca di coprirsi gli occhi con le mani; anomalia di un occhio in confronto all’altro: se uno è molto più grande dell’altro o se si vedono all’interno parti opache o riflessi strani;
-strabismo: se un occhio è costantemente deviato all’esterno o all’interno oppure se guardano contemporaneamente verso il naso o tutti e due verso l’esterno e sono limitati nei movimenti.
Questi segni possono rivelarsi già durante il primo anno; in seguito bisogna fare attenzione anche ad altri segni quali: – tendenza ad avvicinarsi eccessivamente agli oggetti: il bambino ad esempio porta un libro quasi in prossimità del naso;
– posizione inclinata della testa: è una posizione che il bambino assume, in genere, quando disegna o quando guarda la televisione;
– fastidio agli occhi: lacrimazione abbondante, rossore, senso di prurito.

Alcuni fattori predisponenti aumentano le probabilità di soffrire di disturbi oculari. Fra questi i più importanti sono:
– Familiarità: se uno o entrambi i genitori sono affetti da malattie oculari è probabile che anche il figlio possa avere un problema visivo;
– Prematurità: in un bambino nato prima di 37 settimane di gestazione, il suo sistema oculare può non aver raggiunto la piena maturità per vedere correttamente e quindi può presentare qualche disturbo.

Uno screening per individuare l’ambliopia può essere effettuato dal proprio pediatra per mezzo di semplici esami già verso la fine del primo anno di vita e comunque nel corso del secondo anno:
Cover Test e Stereotest di Lang sono i due esami che possono, se correttamente eseguiti, far individuare i bambini con disturbi visivi da mandare allo specialista oculista.
L’individuazione e la correzione dell’ambliopia è affidata ai due esperti in grado di risolvere tale problema: oculista ed ortottista (figura professionale, quest’ultima, che si occupa proprio della prevenzione e trattamento dello strabismo e dell’ambliopia).

Gli esami utili all’individuazione sono:
– Esame di allineamento degli assi visivi: per vedere se i due occhi sono dritti e paralleli è sufficiente porre una sorgente luminosa davanti al bimbo e osservare se il riflesso è centrato in entrambi gli occhi;
– Cover Test: Si fa fissare al bimbo un oggetto lontano e poi vicino e gli si ostacola alternativamente un occhio; dai movimenti dell’occhio si è in grado di identificare la presenza di strabismo con ambliopia associata.
– Stereotest di Lang: serve a valutare la visione binoculare tridimensionale cioè la stereoscopia; si mostra al bambino una particolare tavola piena di punteggiature e se vede bene deve osservare delle immagini tridimensionali ed in rilievo.
– Esame del fondo oculare: è un esame specifico dell’oculista che deve osservare l’interno dell’occhio fino alla retina; serve per escludere eventuali patologie favorenti e per valutare se il bambino utilizza la parte centrale della macula per la fissazione.

Terapia
Va effettuata appena scoperto il disturbo, il più precocemente possibile in quanto tanto più è precoce il trattamento tanto più è totale il recupero dell’occhio deficitario.
Per la risoluzione dell’occhio pigro è necessario il lavoro coordinato dell’oculista e dell’ortottista. La prima fase consiste nella rimozione di una eventuale causa all’origine del problema come ad esempio la rimozione chirurgica di una cataratta congenita o la correzione mediante lenti di difetti della rifrazione.
La seconda fase consiste nell’occlusione completa dell’occhio che vede bene per costringere a lavorare quello “pigro”. Esistono appositi cerotti ipoallergenici o anche pellicole che si possono attaccare sulla lente dell’occhio sano ma quest’ultime sono più indicate nelle fasi successive quando si è avuto già un miglioramento concreto della situazione.