Il calcio è un micronutriente fondamentale, necessario per la vita, le cui funzioni principali sono: formazione e mantenimento delle ossa e dei denti e nella regolazione del battito cadiaco , controllo della coagulazione, modulazione di neurotrasmettitori (serotonina, acetilcolina e norepinefrina) , crescita muscolare, contrazioni muscolari e conduzione nervosa, con attività di messaggero intercellulare , agevolazione dell’utilizzazione del ferro da parte dell’organismo , attivazione di numerosi enzimi.
Circa il 99% del calcio corporeo è contenuto nello scheletro, mentre solo una piccola parte si trova nel plasma e nei fluidi extravascolari. il calcio sierico si presenta per il 50% come calcio ionizzato, per il 40% legato a proteine, e il restante 10% complessato, soprattutto a citrato e ioni fosfato. Il calcio sierico è mantenuto a livelli costanti da alcuni ormoni, quali il paratormone e la calcitonina.
Il calcio viene assorbito in genere passivamente a livello intestinale; solo in caso di apporto dietetico al di sotto dei fabbisogni si verifica il trasporto attivo.Ma tali meccanismi sono limitati e, in genere, insufficienti a ripristinare i livelli ottimali. I meccanismi attivi di assorbimento del calcio richiedono vitamina D, da cui si evince l’importanza dell’apporto di entrambi.
il mantenimento di un adeguato intake di calcio durante l’infanzia e l’adolescenza è necessario per il raggiungimento del picco di massa ossea, con conseguente riduzione del rischio di fratture ed osteoporosi. In età pediatrica difficilmente vengono raggiunti i livelli raccomandati, benchè un apporto ottimale risulti fondamentale, soprattutto durante l’adolescenza quando si verifica la maggior parte della crescita ossea. Inoltre, numerosi studi hanno evidenziato che una supplementazione di calcio per un breve periodo ha scarsi effetti a lungo termine, pertanto è necessaria una dieta adeguata che garantisca il giusto apporto di calcio per tutte le fasce d’età pediatrica.
L’importanza dell’ ottimizzazione dell’intake di calcio durante l’adolescenza deriva dal fatto che il picco di velocità di incremento del calcio si verifica intorno ai 12.5 anni nelle femmine e intorno ai 14 anni nei maschi. Durante i tre-quattro anni di crescita scheletrica durante l’adolescenza viene accumulato circa il 40% di tutta la massa ossea. Una dieta ben bilanciata, che includa alimenti a basso contenuto di lipidi, frutta e verdura ed esercizio fisico sono fondamentali per ottenere una buona salute ossea. Il divario tra la quantità di calcio che sarebbe auspicabile assumere e quella normalmente assunta in età pediatrica è notevole. L’apporto medio è compreso tra i 700 mg/giorno e i 1000 mg/giorno, con valori lievemente piè elevati nei maschi. Inoltre, la preoccupazione crescente in età adolescenziale in particolare nelle femmine di assumere peso in eccesso, porta erroneamente a pensare che tutti i cibi facciano ingrassare, senza sapere per esempio che il latte parzialmente scremato ha lo stesso contenuto di calcio del latte intero. Tra i rischi legati a deficit di calcio c’è il rachitismo nei bambini, in particolare in caso di diete particolarmente restrittive. Non ci sono però dati disponibili sul minimo apporto di calcio necessario per prevenire tale patologia, o sul rapporto tra etnia, assetto di vitamina D, attività fisica e dieta nel determinismo del rachitismo in caso di diete a basso apporto di calcio.
La supplementazione contemporanea di calcio e vitamina D è fondamentale per ottimizzare la risposta.
Altre sostanze che riducono la ritenzione di calcio sono l’alcool, la caffeina, la soia e le proteine. Nonostante le proteine introdotte con la dieta aumentino il calcio eliminato con le urine incrementando la quantità di acidi dal metabolismo proteico, l’apporto di calcio raccomandato tiene conto del consumo proteico medio della popolazione. Nell’infanzia e nell’adolescenza non sembra necessario adattare l’intake di calcio al consumo di proteine.
Anche il sodio influenza l’escrezione di calcio, in quanto entrambi sfruttano il medesimo sistema di trasporto a livello del tubulo prossimale.
Molti prodotti sono stati fortificati con il calcio: alcuni succhi di frutta ne hanno concentrazioni simili a quelle del latte. Spesso anche alimenti usati per la colazione sono fortificati con minerali, calcio incluso. Per quanto riguarda i bambini intolleranti al lattosio, sono disponibili diverse alternative.
In particolare una parte di essi può assumere piccole quantità di latte senza alcun disagio. Questi bambini possono trarre vantaggio dall’assunzione di yogurt e formaggi stagionati. Inoltre, risulta utile incrementare l’assunzione di verdure, come fonte aggiuntiva di calcio, in particolare quelle a basso contenuto di ossalati, come broccoli e cavolo verde.
Durante il primo anno di vita la fonte nutrizionale primaria è il latte materno. Non sono disponibili dati che dimostrino che superare. la quantità di calcio fornite dall’allattamento esclusivo al seno (210 mgl/giorno) durante i primi sei mesi di vita o quella ottenuta dopo i sei mesi con latte materno e alimenti solidi (270 mgl/giorno) sia utile per aumentare a lungo termine la mineralizzazione ossea;
I dati disponibili dimostrano che la biodisponibilità di calcio nel latte materno (58%), è maggiore rispetto a quella contenuta nelle formule adattate (38%) e nel latte vaccino, nonostante tale confronto non sia fatto alle medesime concentrazioni di intake. Tuttavia in genere: le concentrazioni di calcio intutte le formule sono aumentate in relazione al contenuto del latte materno, in modo da assicurare livelli simili di ritenzione di calcio. Concentrazioni relativamente elevate di calcio sono contenute in formule speciali, come quelle di soia o gli idrolizzati di caseina, a compensazione della scarsabiodisponibilità.
Non sono disponibili dati che giustifichino l’uso di elevati livelli di calcio nelle formule dei neonati a termine.
I neonati pretermine hanno fabbisogni maggiori di calcio, per,tanto si supplisce a tale necessità mediante fortificazione del latte materno con minerali aggiuntivi o utilizzando formule speciali per prematuri.
Dopo la dimissione dal punto nascita possono esserci benefici nel fornire ai prematuri allattati con formula, preparati a maggior contenuto di calcio, rispetto a quelle preparate sulla base della composizione del latte vaccino. Le concentrazioni ottimale per queste formule non sono note. Sono disponibili pochi dati riguardo la quantità di calcio necessaria prima della pubertà. La ritenzione di calcio è relativamente scarsa nei bambini piccoli e aumenta progressivamente in prossimità della pubertà. Tra 1 e 3 anni si raccomanda un apporto di 500 mg al giorno. La maggior parte dei dati disponibili indicano livelli di intake di calcio di circa 800 mgl/giorno che si associa ad un’adeguata mineralizzazione ossea in epoca prepuberale, tra i 4 e gli 8 anni. I vantaggi di una somministrazione di quantitativi maggiori non è stata adeguatamente approfondita. Uno studio ha rilevato effetti favorevoli della supplementazione di calcio prima dei sei anni. Ma sono necessari ulteriori studi per supportare tale osservazione. Probalbilmente la cosa più importante in questa fascia d’età è lo sviluppo di programmi dietetici che si associno ad adeguati intake di calcio nelle età successive.