Il neonato trascorre la maggior parte del tempo dormendo, tuttavia, crescendo, alternerà regolarmente periodi di sonno e di veglia. A tre mesi, vi è un momento nella giornata (di solito il pomeriggio tardi) in cui resta sveglio più a lungo. A dodici mesi, fa due pisolini al giorno, uno al mattino e uno al pomeriggio, e dorme tutta la notte. Sebbene gli orari del sonno, quando il bambino ha due o tre anni, diventino sempre più simili a quelli dell’adulto, il piccolo continuerà ad avere bisogno di un sonnellino in un momento qualunque della giornata, per recuperare l’energia impiegata per la crescita e il gioco. Se il bambino non ha fame, freddo o qualunque altra esigenza, dormirà la maggior parte del tempo tra una poppata e l’altra. La durata del sonno varia da bambino a bambino, comunque in media un neonato dorme il 60% circa della giornata. Anche se vostro figlio ha uno schema proprio di sonno e di veglia, è importante che impari a distinguere il giorno dalla notte. Quando lo mettete a letto la sera, accertatevi che la stanza sia sufficientemente oscurata e che il bambino sia comodo e tranquillo. Se ha un risveglio per la poppata notturna, limitatevi ad allattarlo e non distraetelo.
Con la crescita e quindi anche con più consapevolezza di quanto accade intorno a lui, verranno a crearsi una serie di abitudini collegate alla sera: la pappa, il bagnetto, una storia, una canzone tipo una ninna nanna prima di andare a letto. Il bambino, se è caldo e comodo, può dormire più o meno ovunque. Da piu’ grandicelli, dopo la pappa serale rimanere svegli può essere un’abitudine piacevole, ma è importante mantenere “l’andare a dormire” dopo il pasto della sera. Adottare orari rigidi non è probabilmente molto intelligente, anche perché è normale che un bambino voglia stare con i genitori il più a lungo possibile, non avendoli visti, spesso, per un’intera giornata, però mantenere delle regole fa bene a tutti. Le regole , a cominciare dalle più semplici, sono importanti. Abbandonata la culla, un lettino classico con sponde e un rialzo posto da voi dietro il materasso permette al bambino di dormire comodo e respirare meglio.
I bambini non hanno la capacità di controllare la temperatura, come gli adulti, e questo significa scarsi meccanismi di attivazione del calore, come il movimento, lo sfregamento delle mani, gli stessi brividi, per cui perdono velocemente il calore e non sono in grado di ricostituirlo. E’ quindi consigliabile mantenere la temperatura della stanza sui 22- 24 gradi e l’umidità relativa tra 50 e 60 %.
Le abitudini, le sequenze che si ripetono simili tutti i giorni, come raccontare una favola, la ninna nanna, il bacio e la sistemazione del letto sono rassicuranti e non danno l’impressione di un distacco netto, improvviso. Se stringerlo al petto per cullarlo, soprattutto nei più piccoli, sembra tranquillizzarlo, non e’ vietato. Le giostre musicali sono belle e rassicuranti, si possono usare , affascinando il piccolo con la loro musica e il movimento.Se il bambino si mette a piangere, è corretto andare subito da lui, ma non prenderlo in braccio: a volte vuole solo cambiare posizione, o ha troppo caldo, o troppo freddo. Se un piccolo dorme molto a un anno, è facile che lo faccia anche in seguito. Con la crescita, dormirà di più nel corso della notte, ma avrà comunque bisogno di almeno due momenti, due fasi di riposo nella giornata. Imporre orari rigidi e fissi non è consigliabile: è meglio lasciarlo riposare se ne ha bisogno. Se il bambino è piuttosto abitudinario negli orari del sonno, è opportuno adeguarsi alle sue esigenze. Non fatelo, però dormire nel tardo pomeriggio, potrebbe saltare il pasto serale e risvegliarsi nelle prime ore del mattino.
E’ raro che un bambino abbia incubi veri e propri prima dei 3 anni, anche se può succedere che si svegli diverse volte nel mezzo della notte con un grido e gli occhi sbarrati. Qualche brutto sogno è del tutto normale, a condizione che non si verifichi con frequenza eccessiva e non sia accompagnato da fenomeni di sonnambulismo: se questo succede, molto probabilmente significa che, durante il giorno il bambino cerca con tutti i mezzi di controllare la propria ansia, e lascia che escano le emozioni mentre dorme: tassativo è scoprire la causa di questo disturbo.
Quella che segue è una tabella per darvi un’idea di quante ore più o meno dorma un bambino in un giorno, suddivise in sonnellini e sonno notturno.
Durata totale sonnellini diurni |
Ore sonno notturne |
Totale sonno |
|
Neonato |
Dorme quasi sempre nei primi giorni |
||
1 mese |
6-7 |
8 ½ – 10 |
15-16 |
3 mesi |
5-6 |
10-11 |
15 |
6 mesi |
3-4 |
10-11 |
14-15 |
9 mesi |
2 ½ – 4 |
11-12 |
14 |
12 mesi |
2-3 |
11 ½ – 12 |
13-14 |
2 anni |
1-2 |
11-12 |
13 |
3 anni |
1-1 ½ |
11 |
12 |
4 anni |
0 |
11 ½ |
11 ½ |
5 anni |
0 |
11 |
11 |
La tabella non è tassativa, e in letteratura se ne possono reperire tante, ma orientativa.
Studi diversi riportano un numero di ore medio diverso per gruppi di neonati della stessa età. Ed è interessante notare sia che il numero di ore totali che i bambini dormono varia anche in funzione del paese in cui vivono, il che porta a pensare che anche fattori culturali influenzano il numero di ore di sonno e le sue modalità, sia che in alcuni gruppi sociali o paesi i risvegli notturni dei bambini sono più frequenti ma vengono percepiti come problemi molto meno che in altri. Nessun bambino è collocabile perfettamente in una tabella,ma ci può esssere un profilo che si avvicina al suo modo di dormire. Una tabella vi dice quanto dorme la media dei bambini , dunque si può dedurre che la media rappresenta circa la metà (ma non è statisticamente esatto) dei bambini presi in considerazione dallo studio che elaborato la tabella. Alcuni dormiranno di più, altri di meno,ma sono tutti bambini normali. Tutti gli studi concordano sul fatto che il sonno dei neonati e dei bambini è diverso da quello degli adulti, sia per qualità che per quantità. Sinteticamente, mentre per gli adulti si distingue un sonno REM (caratterizzato da rapidi movimenti oculari, con sogni e necessario per un buon equilibrio psico-fisico) e sonno non-REM (con onde lente di tipo delta all’EEG e responsabile del vero “riposo”), per il neonato si parla di sonno attivo e sonno calmo, che sono due entità che somigliano per alcuni versi al sonno REM e nonREM dell’adulto, ma non sono la stessa cosa. Addirittura studi ecografici sui feti ancora nell’utero e studi su neonati prematuri hanno dimostrato che prima di una certa età gestazionale, 28 settimane circa, il bambino non ha una differenziazione tra sonno e veglia ma si trova in uno stato indifferenziato, e lo stato di sonno e veglia come distinti si sviluppano più avanti e si strutturano nell’arco di mesi/anni. Molti studi concordano sul fatto che il sonno dei neonati e dei bambini cambia nel tempo, sia come struttura che come quantità, assumendo gradualmente una struttura sempre più simile a quella di un adulto.