L’allergia ai pollini ha andamento tipicamente stagionale, al contrario di altre allergie come quella alla polvere, da Dermatophagoides pterissimus e farinae , praticamente sempre presente. I sintomi si manifestano solo in un determinato periodo dell’anno, quello cioè corrispondente alla fioritura della pianta cui il polline appartiene. Il caso più frequente è quello dell’allergia alle graminacee (erbe la cui fioritura avviene nel periodo da fine aprile a fine settembre) ma negli ultimi tempi si è assistito ad un progressivo aumento delle allergie ai pollini di altre specie vegetali. E’ il caso di alberi cosiddetti “a fioritura precoce” (da gennaio a marzo), come betulla, nocciolo.
La concentrazione del polline nell’aria è maggiore in pianura e nelle vallate, piuttosto che in montagna o al mare e naturalmente è più elevata in campagna che in città. Il vento associato ad una giornata di sole è la condizione climatica più favorente. Il primo tipo di polline a comparire è quello delle Betulacee, prevalente nel Nord-Italia (febbraio-aprile), mentre il polline delle Graminacee è presente in tutta la penisola ed inizia a comparire ad aprile al Centro-sud ed a maggio al Settentrione. La Parietaria, assente al di sopra dei 1000 metri di altitudine, è prevalente nel Meridione ed in Liguria. Pollini tipicamente estivi sono quelli delle Composite.
Quasi la metà di tutte le allergie sono dovute a pollini di erbe (graminacee, paritaria, composite, etc.) o alberi (betulla, nocciolo, ontano, cipresso, faggio, olivo, etc.) e la parola pollinosi sta proprio ad indicare tali forme di allergia. In Italia si stima che almeno 7-10% della popolazione ne sia affetto. le allergie si posizionano ai primi posti come malattie croniche. La prevalenza, secondo i dati dell’Oms, si attesta tra il 10 e il 40% della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno. Negli Stati Uniti, l’Istituto di salute nazionale (Nih) e l’Accademia americana delle allergie e dell’asma valutano che 35 milioni di persone soffrano di sintomi allergici dovuti ad allergeni trasportati dall’aria, con i pollini ai primi posti nella classifica dei fattori che scatenano reazioni allergiche. Oltre 11 milioni sono i malati di asma. Nel loro complesso, quindi, le allergie coinvolgono dai 40 ai 50 milioni di americani, e sono la sesta causa di malattia e disabilità. In Europa, diverse società scientifiche e associazioni dei malati stimano una prevalenze delle riniti allergiche, nel loro complesso, del 10-20%, a seconda delle zone e delle stagioni, con un trend che sembra essere in crescita negli ultimi anni. Secondo la società britannica per le allergie, una persona su quattro è soggetta, almeno in un periodo nel corso dell’anno, a soffrire di allergie. Dal 1985 in Italia è attiva una Rete di monitoraggio degli allergeni aerodiffusi che misura la concentrazione in atmosfera dei principali pollini di interesse allergologico. Il monitoraggio, svolto su scala nazionale e regionale, è realizzato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna (Isac-CNR), in collaborazione con l’Associazione Italiana di Aerobiologia. La rete conta circa 90 stazioni di campionamento presenti sul territorio nazionale ed è collegata alla Rete Europea, European Aeroallergen Network (EAN).Proprio grazie a questa rete è stato possibile identificare una serie di allergie che non erano conosciute, come quella da cipresso che negli ultimi anni si sta dimostrando piuttosto significativa.
I sintomi che le caratterizzano sono il raffreddore, l’asma bronchiale e la congiuntivite, che possono essere presenti in maniera isolata o variamente associati.La rinite con abbondante secrezione di muco limpido (rinorrea acquosa), salve di starnuti, irritazione nasale con gradi variabili di ostruzione respiratoria. La congiuntivite, caratterizzata da intenso arrossamento congiuntivale e prurito oculare. Una lacrimazione più o meno abbondante può essere conseguenza sia della congiuntivite che della rinite. Una percentuale piuttosto elevata di adulti allergici ai pollini soffre anche di asma (in alcune statistiche il 70%), mentre nei bambini l’asma da allergia ai pollini è molto più rara.
In età pediatrica l’allergia al polline, come già detto, è molto meno frequente rispetto ad altre, quali ad esempio quella verso gli Acari. Ancora più rara è la poliallaergia pollinica (sensibilizzazione contemporanea verso più pollini). In alcuni bambini però, soprattutto se presentano una netta familiarità per allergia. Questa sindrome è caratterizzata da un’allergia a diversi pollini contemporaneamente e da una concomitante allergia ad alimenti vegetali.
L’ingestione di uno di questi alimenti durante la stagione primaverile determina l’insorgenza di sintomi immediati (alcune volpe pochi minuti) successivamente all’ingestione dell’alimento. I sintomi possono essere solo locali (bruciore linguale, tumefazione delle labbra) con risoluzione in 30-60 minuti o possono avere una progressione sistemica con evoluzione verso dolori addominali, diarrea, congiuntivite, rinite, asma, prurito cutaneo diffuso, orticaria e raramente shock anafilattico.
La cosa accade poiché gli alimenti vegetali presentano degli antigeni in comune con i pollini e ciò determina quella che si chiama cross-reazione o reazione crociata tra pollini ed alimenti.
La terapia , visto la non possibilità di allontanare i pollini dall’ambiente è farmacologica: i più usati sono gli antistaminici, da assumere per via orale, oppure sotto forma di spray nasali o di colliri congiuntivali. In alcuni casi possono essere utili i vaccini desensibilizzanti.
Evitare qualunque contatto con il polline è impossibile. Dunque alcune regole preventive diventano fondamentali:
Chiudere i vetri quando si va in automobile.
Non parcheggiare la macchina sotto gli alberi.
Come luogo di vacanze scegliere le località marine o l’alta montagna al di sopra dei 1500 metri. A quote elevate la produzione di pollini è ridotta e al mare gli stessi vengono catturati ed eliminati dall’enorme massa d’acqua che ne riduce la loro concentrazione nell’aria.
Evitare la campagna ed i luoghi in cui l’erba è stata tagliata di recente.
Dopo una giornata all’aperto è opportuno fare la doccia per rimuovere i pollini che si sono accumulati sui capelli. Sulla punta di uno spillo ci possono stare 1000 pollini: immaginiamo quanti ne possono stare tra i capelli.
Le condizioni del tempo influiscono sulla concentrazione dei pollini nell’aria: quest’ultima aumenta nelle giornate ventose, ma anche quando vi è un clima caldo (250_300 C) e con un’umidità relativa del 60-90%.
Evitare di svolgere attività all’aperto nelle ore di maggior concentrazione pollinica: notte, mattino e subito dopo in temporale. Durante la pioggia infatti i granuli pollinici si rompono in frammenti più piccoli che penetrano più facilmente nelle vie aeree.
Tenere porte e finestre chiuse specialmente durante le ore notturne e quelle del primo mattino, quando la concentrazione pollinica è maggiore.
Non tenere in camera da letto gli indumenti usati durante il giorno e non asciugare il bucato all’aperto per impedire l’accumulo di polline sullo stesso.