Fabbisogni nutrizionali della mamma in allattamento
Il ruolo fondamentale svolto dalla nutrizione materna permette un allattamento al seno esclusivo e prolungato. In questa fase la donna presenta un aumento delle richieste e dei fabbisogni. L’adeguato stato nutrizionale materno è probabilmente uno degli obiettivi più importanti da ottenere, visto che risulta essere uno dei fattori fondamentali nella crescita del bambino
II latte materno non solo costituisce l’alimento ideale del neonato e la fonte principale di nutrimento nei primi mesi di vita, ma numerosi studi ne hanno dimostrato i molteplici effetti benefici a breve e a lungo termine, sia per la salute del bambino sia della madre. Tra le conseguenze positive per il piccolo è stata dimostrata la riduzione del rischio di sviluppare malattie infettive e di altra natura, la minore incidenza di sovrappeso e di obesità in età infantile e adolescenziale, gli effetti benefici nel ridurre il rischio di insorgenza delle malattie croniche (celiachia, malattie infiammatorie croniche, diabete tipo 1 e 2, patologie allergiche e tumori dell’infanzia) e nel migliorare lo sviluppo cognitivo.Tra i benefici materni dell’allattamento al seno alcuni interessano l’organismo stesso per azione dell’ossitocina sull’utero (espulsione della placenta, riduzione dell’emorragia post-partum e rapida involuzione uterina), altri sono inerenti alla sfera psicologica, per aumento dell’autostima, ed emozionale, per rafforzamento del legame tra madre e neonato. Inoltre, il latte materno rappresenta l’alimento ideale per la sua specificità, la sua disponibilità e la sicurezza dal punto di vista microbiologico. È quindi fondamentale che l’incoraggiamento ad allattare inizi fin dai primi mesi di gravidanza e che la dieta della madre, fin da allora, sia adeguata al fine di favorire la galattogenesi e di soddisfare le richieste nutrizionali del neonato. L’ allattamento esclusivo al seno si definisce ottimale quando il bimbo cresce bene e gli indici nutrizionali della madre si mantengono entro i limiti di norma. Il fabbisogno nutrizionale durante la lattazione è considerevolmente maggiore di quello richiesto durante la gravidanza. Fondamentale che buone riserve di proteine e di lipidi vengano accumulate durante la gravidanza per garantire una ottimale produzione di latte, che in genere non si raggiunge quando le raccomandazioni nutrizionali vengono intraprese soltanto nel periodo postpartum. Le linee guida suggeriscono per la donna che allatta una dieta varia, bilanciata e adeguata a coprire le necessità energetiche della madre e del neonato. Sono raccomandati diversi gruppi di alimenti: cereali, frutta, verdura, latticini e alimenti proteici (legumi e carni). È anche fondamentale assicurare un adeguato stato di idratazione per ottimizzare la produzione quantitativa di latte (vedi tabella). Durante i primi sei mesi di lattazione è necessario un introito energetico addizionale rispetto alle assunzioni prima della gravidanza di circa 330 kcal al giorno , calcolato in base alla stima della spesa energetica per la produzione di latte (pari a 500 kcal al giorno) e alla quota di energia fornita dalle riserve nutrizionali dell’ organismo accumulate durante la gravidanza (circa 170 kcal al giorno) .
Nel secondo trimestre, durante il quale la produzione di latte passa da 780 a 600 ml al giorno, il fabbisogno energetico nutrizionale si riduce a sole 400 kcal. Infatti l’energia necessaria per produrre un litro di latte è di circa 700 kcal. Un apporto energetico insufficiente in corso di allattamento si ripercuote negativamente sul quantitativo di latte prodotto. Durante l’allattamento, così come in gravidanza, si consigliano pasti quantitativamente piccoli e frequenti, in grado di includere il maggior numero di alimenti appartenenti a categorie alimentari diverse: per incrementare la produzione di latte è importante un’adeguata combinazione di più alimenti. Per le donne sottopeso o con difficoltà nella adeguata assunzione delle quantità energetiche raccomandate, sono consigliati cibi arricchiti o supplementi dietetici, soprattutto per migliorare l’apporto di calcio.
La composizione della dieta materna condiziona il sapore e il colore del latte prodotto e la funzione digestiva del neonato. Alcuni alimenti e spezie (carciofo, cipolla, asparagi, rapa, porro, aglio, pepe e legumi) possono alterare il sapore del latte. L’eliminazione dalla dieta di alcuni alimenti deve basarsi sulle reazioni del bambino dopo l’assunzione, in quanto le risposte sono molto variabili e possono persino non essere presenti, se non talvolta addirittura positive. Nel caso in cui il bambino abbia una storia familiare di allergie, è prudente per la mamma evitare cibi potenzialmente allergizzanti, come frutti tropicali, cioccolato, (pesce, latte vaccino e uova, con moderazione) , soprattutto nei primi mesi di allattamento. Si consiglia inoltre di evitare l’assunzione di alcol e tabacco, nonché di limitare quella di alcuni farmaci e prodotti contenenti caffeina.
Lo stato nutrizionale della madre influenza la concentrazione dei lipidi, quindi il contenuto di energia del latte materno, così come la sua composizione in acidi grassi e le proprietà immunologiche. Durante la lattazione l’equilibrio degli acidi grassi materni è alquanto delicato e deriva dalla capacità dell’organismo
materno di rimuovere le riserve corporee e di sintetizzare lipidi a livello endogeno. La supplementazione materna con acidi grassi polinsaturi provoca un incremento dose-dipendente della concentrazione di questo acido grasso, sia nel plasma materno sia nel latte, senza tuttavia effetti funzionali benefici chiaramente dimostrati sulla madre né sul bimbo allattato. Tuttavia, la prosecuzione dell’assunzione degli acidi grassi da parte di donne che già lo assumevano in gravidanza è stata associata ad un miglioramento della prestazione neurointellettiva dei bambini allattati al seno a distanza di quattro anni.
La supplementazione di vitamina D alle madri che allattano incrementa il passaggio della stessa nei bambini allattati al seno. Tuttavia, i dati riguardanti questo tipo di supplementazione durante la lattazione sono ancora scarsi. La dose appropriata di vitamina D non è infatti nota, pertanto è stata definita arbitrariamente pari a 400 UI al giorno, quantità che appare adeguata al raggiungimento dello scopo suddetto. La supplementazione materna con vitamina D, inoltre, è risultata utile per incrementare il contenuto di vitamina D del latte materno.
Durante l’allattamento aumenta notevolmente la richiesta di macro e micronutrienti, in particolare di calcio necessario per la crescita dello scheletro fetale e la produzione di latte. Le perdite di calcio in questa fase sono maggiori rispetto a quelle che si realizzano durante la gravidanza. Le donne che allattano garantiscono ai loro bambini un quantitativo medio di calcio pari a circa 200-250 mg al giorno, talvolta anche 400 mg/die. La supplementazione dietetica di calcio nella donna durante l’allattamento è, pertanto, necessaria per contrastare una rapida riduzione dei livelli plasmatici di calcio, benché anche complessi meccanismi endocrini partecipino al riassestamento e al mantenimento dell’equilibrio metabolico del calcio e al recupero delle quote perse al termine dell’allattamento.
Durante l’allattamento anche le fisiologiche richieste materne di zinco appaiono incrementate, sia per l’importanza di tale elemento nella produzione di latte, sia per la funzionalità del sistema immune e per la crescita e la replicazione cellulare.
Il deficit di vitamina K rimane un problema importante nei neonati. Infatti la vitamina K attraversa la membrana placentare in piccole quantità ed è presente soltanto in concentrazioni molto basse nel latte materno, nonostante le mamme riescano facilmente ad assumere la quantità dietetica giornaliera raccomandata (1 ng/kg al giorno). Per questo alla nascita è consigliata la profilassi per via orale o intramuscolare e rimane importante anche nell’allattato al seno.
Gruppi di alimenti
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adulta
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Donna in \ gravidanza
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Donna in allattamento
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Fonti principali
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Nutrienti principali
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Pane e cereali
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3-6
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4-5
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4-5
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Pane, pasta, riso, legumi, cereali, palaie, ecc.
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Carboidrati (complessi), vitamine (gruppo B) e fibre
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Vegetali
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2-3
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2-4
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2-4
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Ampia varietà basata sulla disponibilità stagionale Include insalata ogni giorno
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Vitamine, minerali, acqua e fibre
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Frutta
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2-3
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2-3
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2-3
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Ampia varietà basata sulla disponibilità stagionale
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Vitamine, minerali, acqua e fibre
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Latticini
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2-4
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3-4
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4-5
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Latte, prodotti di latte fermentati e formaggio (preferiti prodotti a basso contenuto di grassi)
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Proteine, lipidi e calcio
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Alimenti proteici
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L1/2-2’/2
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2 1/2
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2 1/2
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Carne, pollame, pesce, uova i Legumi, nocciole e cereali
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Proteine (di valore biologico variabile) Lipidi (di origine vegetale o animale) Vitamina Bi2, ferro e fibre
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Grassi aggiunti
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3-5
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4
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4
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Preferibilmente olive e olio di semi
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Lipidi, vitamina E
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Acqua
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>2
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4-6
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6-8 bicchieri
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Acqua di rubinetto o in bottiglia, tè alle erbe Ie bevande non alcoliche a basso contenuto di zucchero
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Acqua
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