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Bambino Bilingue « dott. Mario Pacella

Bambino Bilingue

Imparare una o più lingue nella prima infanzia rappresenta una opportunità per il bambino e non comporta nessuna conseguenza negativa per il suo sviluppo cognitivo; anzi l’età che va da 0 a 9 anni è ritenuta quella ideale per imparare altre lingue in quanto in questa fase avviene in modo spontaneo e naturale senza il bisogno di particolare applicazione o di eccessivo stress per il bimbo.

In questo periodo si acquisisce maggior padronanza specie per quanto concerne la struttura grammaticale che viene acquisita di pari passo per tutte le lingue imparate; non si hanno problemi di apprendimento o di disturbi del linguaggio, tutt’al più si può riscontrare solo un lieve ritardo nell’inizio della comunicazione orale che però in seguito sarà velocemente recuperata.

Il contesto socio-affettivo riveste un ruolo importante nello stimolare nel piccolo i processi di apprendimento e la comunicazione in più lingue.
Un ruolo centrale, specie durante il primo anno, è assunto dal rapporto con la figura materna: più frequenti saranno gli stimoli verbali da parte della madre più importanti saranno le spinte del bambino ad intensificare i momenti di scambio della comunicazione.
La madre, all’inizio, dovrebbe sempre parlare al bimbo nella propria lingua d’origine anche se diversa da quella del paese in cui risiede, in quanto la lingua madre è più in grado di trasmettere appieno l’immediatezza e l’autenticità dei sentimenti provati attraverso la modulazione, il tono, il timbro della propria voce.
Se i genitori parlano lingue diverse bisognerebbe a maggior ragione iniziare sin da piccoli in modo tale da consentire al proprio figliolo di imparare senza dover compiere lo sforzo dell’apprendimento tardivo che sicuramente è più faticoso.

Ci sono metodologie diverse adottate ma l’importante è individuare quello più adatto al contesto familiare e alle proprie esigenze.
I metodi più usati sono:

Apprendimento sincronico: si pone l’obiettivo di ottenere il cosiddetto bilinguismo bilanciato: il bambino sin dalla nascita viene esposto a due idiomi in maniera costante e bilanciata; la tecnica più seguita è quella che semplicemente prevede che ognuno dei due genitori si rivolga al figlio nella propria lingua d’origine.
L’apprendimento sincronico può
determinare un lieve ritardo nell’acquisizione delle capacità linguistiche che però viene recuperato intorno ai due anni e mezzo.

Apprendimento diacronico: Si comincia ad introdurre una seconda lingua ad una età compresa tra i due e i tre anni quando il cervello è particolarmente recettivo agli stimoli.
In questo caso, però, siccome il bimbo ha già chiaramente identificato la propria lingua di riferimento bisogna dedicare più tempo e più impegno all’insegnamento della seconda lingua.
Tale insegnamento può essere svolto da un genitore ma può anche essere delegato ad altri come ad esempio insegnanti specializzati o di madre lingua.

Ad ogni modo qualunque sia il metodo, bisogna sfatare il concetto che imparare più lingue possa determinare un ritardo dell’apprendimento del bambino e bisogna considerare che prima si impara una seconda lingua più si acquisisce padronanza e naturalezza nel praticarla.